DALLE ANDE ALLE…ONDE

 

Con il cuore pieno di ricordi per i 5 anni trascorsi nella periferia di Quito, poco più di un anno fa, nel gennaio 2013, assieme a don Mauro Da Rin, partivo dai 2800 metri di altezza di Quito con le auto piene di bagagli per intraprendere 8 ore di viaggio e scendere dalle Ande fino al livello del mare: dalle Ande alle… onde! Adesso abito nel

la città di Duràn (240 mila abitanti) alla periferia di Guayaquil (3 milioni di abitanti), assieme a due sacerdoti: don Daniele Favarin da Vigodarzere, parroco di Porziuncola, 40 mila abitanti, parrocchia con 31 anni di storia e gruppi ed attività pastorali ben avviati, e don Mauro Da Rin Fioretto di Cristo Risorto in Padova, che svolge vari incarichi diocesani tra cui quello di direttore della neonata Caritas. Cristina Tono da Salboro è arrivata da poco in Ecuador e sta migliorando il suo spagnolo all’Università di Quito per potersi poi immergere nell’esperienza della missione qui a Duràn. A me è stata affidata la guida pastorale dell’Arbolito, un quartiere popoloso di 15 mila abitanti, al quale il vescovo locale Anìbal Nieto aveva da tempo promesso di inviare un sacerdote perchè diventasse presto parrocchia!

 

Questo momento è finalmente arrivato: il 23 marzo il vescovo Anìbal arriverà nella nostra “piccola” cappella dell’Arbolito (che tradotto significa: Alberello), dove a stento riescono ad entrare 150 persone, per erigere ufficialmente la Parrocchia della Vergine del Perpetuo Soccorso. Personalmente insistevo con il vescovo per ritardare questa data e per preparare meglio la comunità. Ma il vescovo giudicava che la comunità era cresciuta molto in questo ultimo anno e che il momento era arrivato! In un anno infatti nella comunità dell’Arbolito è aumentata la frequenza domenicale alla messa da 40 a più di 150 fedeli, i ragazzi del catechismo sono passati da 40 a 200, si sono rafforzati i gruppi parrocchiali esistenti (catechisti, pastorale della donna, gruppo afroecuatoriano, chierichetti, animatori dei giovani, comunità di base), c’è inoltre un gruppo di 18 catecumeni adulti che si preparano con me tutte le domeniche pomeriggio per ricevere la Comunione, la Cresima ed alcuni il Battesimo. Tutti questi non sono certo frutti di meriti personali, quanto piuttosto segni dell’attesa e del desiderio di tanti fedeli di diventare finalmente parrocchia.

E c’è un’altra bellissima novità: le suore Elisabettine di Padova, già presenti in Ecuador da 40 anni, apriranno una casa all’Arbolito e arriveranno qui proprio il 23 marzo, giorno della nascita della nuova parrocchia, per collaborare nella pastorale e nella promozione umana in un quartiere tra i più poveri della periferia di Guayaquil.

Ci sono quindi tante cose da preparare in questo periodo… e tante necessità. Anzitutto la casa della suore: un ex asilo, provvidenzialmente donato alla Curia ed attiguo alla cappella, deve diventare in due mesi la casa delle suore. L’adattamento è una spesa ingente (circa $ 30 mila) ma la presenza delle suore in parrocchia e nel territorio li giustificherà tutti. Inoltre un’altra parte dell’ex asilo verrà trasformata in centro parrocchiale, costruendo nuove aule per la catechesi. Anche la “vecchia” cappella del Perpetuo Soccorso ha bisogno di essere fornita di libri liturgici, calici, candelieri, camici, casule, banchi, e di un restyling a livello di illuminazione, impianto elettrico, altoparlanti, campane, finestre, tabernacolo… in vista del fatto che nei prossimi anni in un terreno già previsto si possa costruire la grande chiesa parrocchiale. Siamo soltanto all’inizio. Ma con l’aiuto di tutti si va avanti! Tanti benefattori hanno già collaborato e sarà necessario il contributo di tanti ancora. Chi potrà ricompensarvi è solo Dio che ama chi dona con gioia.

 L’aiuto però dev’essere di tutti tutti! Non c’è bisogno solo dell’aiuto dei benefattori. La gente dell’Arbolito sta collaborando, anche volontariamente, nei lavori di costruzione che abbiamo iniziato, nella casa delle suore, nel patronato e nella cappella del Perpetuo Soccorso. Un anno fa, quando sono arrivato qui nel periodo delle piogge equatoriali, guardandomi attorno mi ero detto: “Come fa a vivere questa gente, in mezzo a paludi ed acquitrini, tra strade di fango e melma, circondati da zanzare e scorpioni, dentro case di canna di bambù dove piove dentro!” Ma mi hanno zittito immediatamente con la loro profonda saggezza e soprattutto tanta tanta tanta fede, da lasciare ogni missionario a bocca aperta: “Padre, non si guardi troppo attorno, non si lasci condizionare da quello che lei vede, dalle nostre povertà e necessità, noi ci siamo abituati da anni e quando il buon Dio ci vorrà dare migliori condizioni di vita gliene saremo grati. Però il Signore l’ha mandata qui tra noi per costruire una parrocchia. Noi non abbiamo bisogno di case. Noi abbiamo bisogno di una casa per lo Spirito, di una dimora per Dio e per la nostra comunità: noi desideriamo con il suo aiuto diventare parrocchia. Quando la parrocchia sarà creata e sarà viva, tutto il resto arriverà di conseguenza, come dice il vangelo ci sarà dato in aggiunta!”

Davanti a tanta fede possiamo solo rispondere con il vangelo “Beati i poveri, perchè di essi è il Regno dei Cieli”!

Dios les pague (Dio vi ricompensi).

p. Giampaolo

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2 risposte a DALLE ANDE ALLE…ONDE

  1. Jacqueline scrive:

    Felicitaciones por la nueva comunidad cristiana!!! Que Dios les continue guiando y fortaleciendo en su labor!
    Bendiciones!

  2. elena scrive:

    i poveri ci educano alla fede…. è proprio vero. Sono felice per quella comunità ch arrivino loe suore elisabettine.

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