QUANDO È UN VESCOVO A FARTI IL LETTO

Come avete già letto il mese scorso tra giugno e luglio sono stati in Ecuador Andrea e Michele, prossimi diaconi e futuri sacerdoti della diocesi di Padova. Con loro ho viaggiato fino a Macas nella provincia di Morona Santiago (più o meno a otto ore di macchina da Quito). Il clima è caldo, inizia la foresta amazzonica. A Macas siamo andati a trovare Mons. Pietro Gabrielli, sacerdote salesiano, vescovo in pensione (è nato a Pove del Grappa nel 1931), arzillo parroco di Puerto Morona (al confine con il Perù, dove la foresta amazzonica apre le porte per lasciarti entrare nel suo mare verde grande fino all’Oceano Atlantico).

Da Macas a Puerto Morona sono altre tre ore e mezza di strada. Si parte alle tre di mattino, perché più avanti c’è stata una frana e aprono la strada per passare solo alle sette di mattina, a mezzogiorno e la sera. Se no si aspetta. Guido io ma in verità sono mezzo addormentato. Mons. Pietro tra un’Ave Maria e l’altra racconta la sua storia. È contento perché il seminarista Andrea è del suo stesso paese. È contento perché può raccontare come un patriarca, un pezzettino della sua vita. È contento perché vive con una serenità disarmante, che fa bene. Racconta di come una volta, è nel 1958 che vive in Ecuador, si doveva camminare, ore, giorni per raggiungere le comunità più distanti. Racconta che sono stati lui e i confratelli salesiani ad organizzare per primi nella provincia una rete di comunicazione e trasporto con dei piccoli aerei. Racconta che durante la guerra con il Perù è andato lui al fronte a ricevere i soldati ecuadoriani che tornavano, nessuno degli ufficiali ne aveva il coraggio. Racconta che ha sempre cercato di andare a visitare, a piedi, a cavallo, in barca tutte le comunità … anche le più piccole e disperse. Lo racconta con semplicità. In Diocesi lo chiamano il Mitayo, il camminatore (quello che al tempo degli Inca garantiva le comunicazioni tra una comunità e l’altra, quello che trasportava le cose sulle spalle).

Chissà quanto bene ha trasportato Mons. Pietro tra i sentieri quasi invisibili della selva. Le ruspe che stanno liberando la strada ci lasciano passare. Arriviamo a Puerto Morona: una strada sterrata tra due muri di verde e la Chiesa viola e rosa. “Questa è la tua stanza … guarda che qui la scorsa settimana ha dormito un mio amico vescovo del Perù”. Neanche il tempo di mettere giù lo zainetto, che lui ha già le lenzuola in mano. Come un furetto mette le lenzuola “Ah no, questa è troppo corta, aspetta, non ti muovere, ne prendiamo un’altra”. In pochi istanti il letto è pronto. È da quando sono entrato in seminario minore che “ho imparato a farmi il letto” però … preparato da un vescovo ti da un gusto di buono e il desiderio di essere buono come lui. Dal forno spunta qualcosa per fare colazione “Eh qua non bisogna essere tanto i delicati … questo c’è”. Un’esperienza di semplicità delicata, vera, disarmante sotto certi punti di vista. Ci sono dei momenti in cui davvero la vita è maestra.

Dopo un lungo penare da qualche giorno anche la nostra parrocchia ha la Partita IVA, adesso ci sarà possibile fare il contratto con il Ministero dell’Istruzione per permettere che l’asilo continui a vivere. Nelle prossime settimane andrò a ripetizione di contabilità, fatture, IVA, trattenute … tutte parole che hanno a che fare con i numeri, le virgole, la calcolatrice.

Prima però un tempo di Esercizi Spirituali a Manta, in riva all’Oceano Pacifico, scoprendo in lontananza gli spruzzi delle balene e i salti dei balenotteri appena nati. Contemplando, ascoltando, ringraziando.

¡Hasta pronto!

P. Giovanni

Vi avviso che cambia il mio indirizzo di posta elettronica: il nuovo è giovanni.olivato@gmail.com

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Una risposta a QUANDO È UN VESCOVO A FARTI IL LETTO

  1. Jacqueline scrive:

    Muy bonito todo lo que cuenta. En la simplicidad y la humildad está lo bello de la vida!

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