A VER, A VER

Quito, 8 ottobre 2012

“Bene signora, per iscrivere suo figlio al catechismo dovrebbe dirmi quando è nato”. “A ver, aspetti un attimo, non mi viene in mente … eppure, dovrebbe, mi sembrava … a ver, a ver dovrei chiamare il papà lui si ricorda”.

Quante volte, in questo mese di settembre, l’iscrizione di un bambino alla catechesi si è inceppata davanti alla data di nascita del figlio. “Non mi ricordo, non mi viene in mente, non ci ho mai dato troppa importanza, ma non è scritta da qualche altra parte?”. Ci sono i genitori che arrivano trafelati con la paura di perdere il posto, altri che brontolano perché in altre parrocchie pagando un po’ di più i sacramenti si ricevono in meno tempo, altri che iscrivendo i figli nelle scuole e nei collegi cattolici sanno che i figli là riceveranno anche i sacramenti. Con la distruzione delle antiche aule e in attesa che comincino i lavori per il nuovo centro parrocchiale, quest’anno saremo un po’ accampati. Una famiglia vicina ci presterà due stanze per fare catechismo, la cappellina si trasformerà anche il sabato in aula di catechismo, un gruppetto andrà su nella sala grande vicino alla cappellina di Moran. È la sala che il mercoledì usa il gruppo degli anziani dopo la Messa, la stessa sala che a volte si trasforma in camera ardente prima dei funerali.

Anche i bambini del CAE stanno un po’ strettini. Un gruppetto, i più piccolini, ha preso in prestito una stanza dell’Asilo. Gli altri 70 nelle quattro stanze e mezzo che ci sono rimaste. Con la Caritas della Parrocchia abbiamo contrattato una nuova coordinatrice. Sta cercando di entrare nei meccanismi di questo progetto per accompagnarlo nel migliore dei modi. Regole semplici e chiare, contatto (che in qualche caso si trasformerà in terapia) con le famiglie dei bambini, coordinazione del lavoro e della formazione dei sette responsabili che lavorano con i bambini assieme ad alcuni volontari. A livello economico non sarà una passeggiata ma siamo convinti che ne varrà la pena.

 

Tra qualche settimana padre Mauro tornerà in Italia per un tempo di vacanza prima di iniziare l’esperienza di missione a Yaguachi. Scenderà dall’aereo con le valigie piene di calendari. Eh sì, oltre alle top model e ai campioni dello sport il 2013 sarà accompagnato anche dal calendario dei missionari Fidei Donum in Ecuador. Non ci saranno fisici scolpiti né pose audaci. La “provocazione” sarà data delle foto che, raccontando le nostre realtà ecuatoriane, la gente, le case, le parrocchie, proveranno a far sì che la vita di missione attraversi l’oceano per accomodarsi, almeno per un anno, nelle case dei nostri amici italiani. Un ritornello che spesso si legge nei supermercati, per porre l’accento sulla qualità del prodotto dice: “Hecho en Ecuador, mucho mejor”. Il calendario è proprio bello, le foto ancora di più. Chi ne vuole una o più copie mi faccia sapere, così da mettere in moto anche gli ingranaggi per la consegna. Non abbiamo scritto il prezzo nell’ultima pagina, l’offerta è libera e ci aiuterà da un lato a sostenere la costruzione del Centro Pastorale (che i parrocchiani hanno voluto intitolare a Sant’Antonio di Padova – vedi blog) dall’altro ad accompagnare lo sviluppo del CAE.

Dopo i mesi secchi dell’estate il cielo comincia poco a poco riempirsi di nuvole. Due acquazzoni nei giorni scorsi ci hanno avvertito che il tempo delle piogge si sta avvicinando. I badili per liberare dai detriti e dal fango la canaletta davanti alla canonica sono pronti.

Nelle prossime settimane ci sarà un via vai importante di persone nella casa. Venerdì arrivano don Valentino, la sorella di Padre Luigi Vaccari (missionario padovano che ha aiutato a costruire le fondamenta della nostra parrocchia prima di perdere la vita in un incidente) e suo marito, da metà ottobre il fratello di padre Nicola e infine da metà novembre si aggiungerà nella vita della comunità anche Luigina che inizia la sua esperienza come missionaria laica Fidei Donum. Senza dubbio un bel traffico di relazioni.

 

Hasta luego

P. Giovanni

 

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