PADRINO

Quito, 23 febbraio ’14

Sabato 8 febbraio ho vissuto la bellissima esperienza di essere padrino al battesimo di Alejandro Fabián, un bimbo pacioccone di 9 mesi, il terzo figlio di una giovane coppia che fino a pochi mesi fa viveva nella nostra parrocchia. Chi ha visto il mio figlioccio ironicamente ha detto che é la mia fotocopia…  É la prima volta che sono stato invitato a questa responsabilitá, considerando il ruolo importante che il padrino riveste in America Latina assistendo agli importanti passaggi della vita del figlioccio… Finora, per fortuna, a me non è toccata questa tiritera di doveri ma ho avuto un trattamento speciale durante la cena condivisa nella casa dei nonni, come fossi la persona piú importante di quella serata. Mi è toccato il posto d’onore, il piatto piú abbondante (e non solo per la mia stazza…) e un servizio molto attento.

Ho partecipato alla Messa come qualsiasi fedele (che strano!) nello stesso banco dei genitori di Alejandro e poi il tutto é continuato come il rito del battesimo prevede. Una cosa curiosa dei nostri battesimi é l’abbigliamento dei battezzandi: i maschietti sembrano piccoli marinai, mentre le femminucce sposine con baroccheggianti abiti. Al momento della vestina bianca i genitori indossano sulla testa del piccolo un cappellino bianco, di cui ancora non sappiamo l’origine di questa tradizione. Essere scelto per questa missione di padrino mi ha fatto comprendere le attese dei genitori di Alejandro, preoccupati non tanto dell’esterioritá della festa ma di affidarsi a me per il difficile compito educativo. La loro semplicitá e profonditá mi hanno spiazzato e arricchito, senza dubbio!

Il palazzo presidenziale “Casa Rosada” di Buenos Aires

Essere missionario non significa solo rimanere a pianta fissa nella propria parrocchia ma anche viaggiare fuori dall’Ecuador, in quanto referente/delegato per i missionari italiani in servizio in questo Paese. Recentemente ho avuto l’opportunitá di rappresentare i miei confratelli a Buenos Aires…una cittá diventata famosa dopo l’elezione a Papa del vescovo Bergoglio. Ogni viaggio è un’esperienza di vita. Nei giorni successivi alle riunioni sono stato gentilmente ospitato da Valentina e Silvia, missionarie della diocesi di Biella, che mi hanno accompagnato a visitare le vie del centro e della periferia di Buenos Aires.

Padre Pepe fra i bimbi della “villa miseria”

Una realtá che merita un accenno è la visita di uno dei quartieri piú poveri della capitale, chiamati villa miseria, accompagnato (e scortato)  dal  parroco Pepe Di Paola, grande amico di papa Francesco e collaboratore nell’avvio di una attenta e delicata pastorale nella e della periferia. Impressionante passare da una realtá di benessere alla miseria, solo attraversando una strada o il ponte di un fiumiciattolo. Quartieri che concentrano anche 15 mila persone, fra baracche, casupole costruite con materiali di fortuna; appena la corrente elettrica, l’acqua erogata a ore o quando funziona, le fognature a cielo aperto, spazzatura galleggiante nei fiumi, macchine rubate bruciate… Qua padre Pepe si gioca la vita, con la sua vecchia Fiat Duna bianca, tra una risata e l’altra e con in mano il caratteristico mate (infuso argentino che beve con una cannuccia), vivendo come loro e in mezzo a loro.  Aver camminato con lui è aver inseguito le impronte del papa Francesco che ci indirizzano come Chiesa ad andare alle periferie…

Anche noi come Comunitá Cristiana ci stiamo interrogando quanto ancora dobbiamo osare per tentare di raggiungere i quartieri piú lontani dalla parrocchia e “meno serviti” in tutti i sensi. Riguardano le recenti urbanizzazioni che alla meno peggio stanno accogliendo numerose famiglie che hanno scelto di investire i loro risparmi comprando un lotto per costruire la loro casetta. Sono realtá abbastanza dimenticate dalle istituzioni, peró noi come Comunitá abbiamo il desiderio di essere vicini tentando di creare sempre piú comunitá. Finora siamo riusciti a pregare la novena di Natale e prossimamente la Via Crucis nei venerdí di Quaresima e l’avvio di un gruppo biblico. Non è facile entrare in questi quartieri in quanto molto spesso si trova anonimato e indifferenza (tuto el mondo se paese)…ma é una sfida che ci piace giocare!

Il “Puente de la Mujer” (ponte della donna) a Buenos Aires

Siamo nei giorni del Carnevale. Non mancano di vedere secchi d’acqua lanciati dalle finestre delle case o i bimbi che si rincorrono per le strade fino a lanciarsi acqua e farina: allegria dei piccoli e dei grandi. E neppure i padrecitos vengono risparmiati…prima di essere investiti dalle ceneri della penitenza.

Un fraterno saluto a tutti, di cuore.

p. saverio

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Una risposta a PADRINO

  1. Cecilia scrive:

    Es también una gran experiencia p. Saverio para nosotros, gracias por darnos la posibilidad de conocerlo y trabajar con usted. Pues de a poco sabe la responsabilidad de ser padrino en América Latina, y de seguro el pequeño Alejandro tendrá una gran guía y muchas bendiciones, Que Dios bendiga su camino y le siga dando la fortaleza para continuar en su Misión.

    Saludos
    CECI

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