COLADA MORADA

Quito, 10 novembre 2012

 

“Padrecito, padrecito. Vorrei passare una messa alla Madonna di Guadalupe e allaMadonna Addolorata”. “Bene, signora. Domani su alla Cappellina di Morán, alle sei della sera … può andar bene?” “Sì, Sì padrecito. Quanto le devo?”. “Non si preoccupi signora, l’offerta è libera e può metterla nel cestino delle offerte domani durante la Messa”. “No, no, padrecito, meglio adesso. Non so mica se domani li avrò ancora i soldi. Prenda queste quattro monetine, sono le ultime”. Il vangelo che ascolteremo domenica si realizza ancora. Accompagnando la stessa anziana signora al cancello mi racconta che è da poco uscita dall’ospedale dopo un’operazione. “Che bello signora, sono stati bravi i dottori a farla star meglio”. “Ah padrecito, il mio dottore è il Signore. È lui che mi ha fatto uscire viva dall’ospedale, è lui che mi ha operato”.

 

La colada morada è una bevanda tipica dei giorni a cavallo tra la fine di ottobre e la commemorazione dei defunti. C’è chi la fa veramente buona e chi invece potrebbe impegnarsi un po’ di più. A qualcuno piace fredda, io la preferisco calda. C’è chi la porta in canonica, chi ti invita nella sua casa, la bevono a scuola, al collegio. Lungo le strade gli ambulanti che di solito vendono spiedini tirano fuori pentole importanti e mestoli per servire anche loro la colada morada.

Il giorno dei defunti è un giorno di ritrovo. Si va nei cimiteri, si partecipa alla Messa oppure si mette un po’ in ordine la tomba, c’è chi porta i fiori, chi lucida la lapide, chi ripassa con il pennello il nome sbiadito dal sole. Nel piccolo cimitero che abbiamo vicino alla cappellina di Moràn non lo fa quasi nessuno, però, in altri posti la famiglia fa un vero e proprio picnic portando tutti a mangiare attorno alla tomba del caro defunto. Così su due piedi l’idea fa un po’ senso però anche questo è un modo per rinsaldare i legami familiari, per ricordare, per condividere. Il 2 di novembre arrivando al cimitero per la messa delle otto ad accoglierci c’erano le bancarelle dei fiori e subito dopo i gazebo che cucinavano salsicce, costine, riso, e l’immancabile colada morada .

L’altra sera eravamo solo io e p. Saverio a cena. P. Nicola è in Guatemala, p. Mauro in Italia, p. Giampaolo in Messico. Dopo più di un mese durante il quale la tavola ha fatto spazio sempre a più di cinque piatti, faceva un po’ strano ritrovarsi in due. Nei primi quindici giorni di ottobre, durante la visita di Gabriella, la sorella di p. Luigi Vaccari, abbiamo respirato l’aria che tirava in parrocchia una quindicina di anni fa. Progetti, desideri di costruire non solo cose ma anche relazioni, sacrificio, traguardi. Molta gente ha partecipato all’inaugurazione della Guarderia che porta il nome di p. Luigi. Nella messa di ricordo a Carapungo, la parrocchia dove è stato parroco, la Chiesa era strapiena e hanno accolto Gabriella e Giuseppe in una maniera che gli stessi hanno detto incredibile. La gente vuole tanto bene a p. Luigi che ringraziava la sorella … per essere sua sorella.

Domenica dovrebbero iniziare gli scavi del Centro Pastorale. Si lavorerà di domenica perché i tre camion che porteranno via la terra lo faranno gratis come un servizio alla parrocchia e la ruspa lavorerà a un prezzo di favore. Più avanti sarà la gente della comunità ad essere interpellata … per tutto il resto. Sabato 17 ci sarà una grande minga (lavoro comunitario) per scavare le fondamenta.

Approfittando della presenza di Domenico, il fratello di p. Nicola, si sono ridipinte alcune stanze della canonica e la cucina. La stanza dove dormivo io si sta trasformando nella stanza degli ospiti (anche tra dicembre e febbraio ci sarà parecchio traffico in canonica), la mia nuova stanzetta è quella usata fino a qualche mese da p. Nicola.

Il ministero dell’istruzione sta rivoluzionando quello che riguarda le scuole materne. Con il nuovo progetto fino al primo anno di vita il bambino potrà essere inscritto in una specie di asilo-famiglia; pochi bambini con le mamme come educatrici. Da uno ai tre anni il bambino starà nella scuola materna per passare alla scuola vera e propria prima di compiere i quattro anni. Le diciassette persone che lavorano nel nostro asilo cominciano a preoccuparsi un po’. Non è ben chiaro come sarà il loro futuro. Aspettiamo che le nuove normative appaiano su un testo scritto. Intanto chi vuole aiutarci per costruire il nuovo Centro Pastorale scaldi i muscoli, sabato 17 lo aspettiamo!

Hasta luego

P. Giovanni

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>