CARTA IGIENICA

Quito,  9 dicembre 2012

“Emergenza emergenza, abbiamo finito la carta igienica!”. Più o meno così le ragazze che lavorano nel CAE mi si sono avvicinate la settimana scorsa. Era stato chiesto che ogni bambino portasse un rotolo. 100 bambini, 100 rotoli, volatilizzati in poche settimane. Magari uno pensa che vengano a chiederti un consiglio, o che vengano per invitarti a vedere i progressi dei bambini. Questa volta la richiesta è molto chiara e necessaria: I bimbi hanno bisogno di andare al bagno. Si chiede alle famiglie che diano ai figli altri rotoli (anche perché si continui nel cammino di renderle responsabili nei confronti dei loro figli e del servizio del CAE), alcune rispondono volentieri altre che un rotolo basta e avanza! In questi giorni di emergenza carta mi veniva spesso in mente la pubblicità del cagnolino che insegue il rotolo che sembra non finire mai e ne immaginavo alcuni nei bagni della parrocchia.

Tanto per stare in tema da quando è iniziata la stagione delle piogge ha iniziato a piovere anche dentro la chiesa. Lungo i due piloni al fondo, quando piove con insistenza, scendono due ruscelletti d’acqua che presto arrivano fino ai piedi dell’altare. Ci sono altri buchetti che divertono i bambini durante le messe. Quando una goccia li colpisce, gli urletti e i gridolini riempiono l’assemblea. Ci siamo arrampicati sul tetto e abbiamo visto che i colombi ecuadoriani si comportano alla stessa maniera di quelli italiani (globalizzazione animale!) nidi, uova, sporco che tappa le grondaie. Ritornando bambino quando inseguivo le galline del nonno (e scappavo del gallo che voleva beccarmi), mi sono improvvisato mattatore di colombi. Adesso ci sarà da mettere mano anche sul tetto della chiesa. Intanto abbiamo comprato un bel po’ di segatura. Più avanti vedremo cosa si riuscirà a fare.

 

Il Barrio Ecuador, a meno di cinque minuti dalla canonica è uno dei più attivi tra i tanti che formano la nostra parrocchia. Sabato scorso è stata inaugurata la nuova Sala Comunal, un salone che quasi tutti i quartieri possiedono, dove ci si ritrova per le varie riunioni e feste. Quelli del Barrio Ecuador hanno fatto proprio un bel lavoro, la sala è grande, con addirittura una piccola cucina. Hanno fatto quasi tutto da soli. Il Municipio li ha aiutati con alcune agevolazioni, però questa sala è venuta su con il lavoro comunitario (la minga), l’autotassazione e lo spirito di creare qualcosa che potesse essere utile per tutti. Sabato all’ora di pranzo come sacerdote che impartiva la benedizione e la sera, nel mezzo di una musica assordante, come giurato per l’elezione della reginetta del Barrio. Un’esperienza divertente. Le ragazzine come nei concorsi di bellezza prima hanno ballato, poi sfilato in abito da sera e alla fine risposto ad alcune domande del presidente della giuria (per l’occasione un noto commentatore radiofonico). Il tutto in meno di mezzora tra le grida e gli incitamenti delle mamme scatenate, delle amiche e dei futuri pretendenti.

E dopo si riprende di nuovo con la musica della banda a tutto volume e via a ballare.

Poco a poco la canonica si sta riempiendo. Tre settimane fa è atterrata Luigina inviata come missionaria laica Fidei Donum dalla nostra diocesi di Padova. Si sta ambientando, ma già aiuta volenterosamente la nostra Caritas. Ieri è arrivato Giampaolo dal Messico via Costarica, domani ritornerà Mauro dall’Italia e lunedì Nicola del Guatemala. A fine dicembre scenderanno dell’aereo i miei genitori accompagnati da Marco e Silvia, due carissimi amici. La casa si trasformerà per alcune settimane in un piccolo campo scuola.

Domenica abbiamo mosso i primi passettini del Tempo di Avvento. Presto s’inizieranno le novene in una trentina di posti della parrocchia (famiglie, case comunali, capitelli, cappelline).

A tutti un buon cammino, come i pastori, verso la grotta.

¡Hasta pronto!

P. Giovanni

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