VISITE!

Lucia, Giulia e Lucio sono gli amici, delle parrocchie di Montagnana e Frassine, che durante l’estate sono stati nostri ospiti. Una visita molto gradita e carica dei ricordi di quando ero loro cappellano prima di venire in Ecuador. Il lungo viaggio transoceanico li aveva fatti atterrare con una quantitá  enorme di valigie piene di quei “saluti” che trovano onore sulla tavola della nostra casa avvolti (nascosti!) nelle magliette, zainetti, calzini, scarpe, cappellini da regalare ai nostri bambini. Devo ammettere che i miei amici sono stati abilissimi ad eludere i controlli doganali! I giorni trascorsero velocemente: dai lavori di pulizia, alla tinteggiatura di alcune pareti, dalla visita alla cittá di Quito ai viaggi all’oceano Pacifico fino entrare nell’infinita selva amazzonica. Ci mancava solo dirigerci alle Galapagos ma sono fiducioso negli amici che verranno in futuro… Ancora una volta ringrazio per i saluti, l’affetto e le offerte che mi sono pervenuti come amicizia e solidarietá alla missione.

L’estate poi era continuata con la visita di sei giovani del progetto diocesano “Viaggiare per condividere”, un’esperienza rivolta ai giovani che desiderano scoprire la missione vivendola sul posto.  A Quito avevano completato la loro permanenza, iniziata dieci giorni prima nella parrocchia di Durán.

Accoglienza agli amici e giovani italiani. Accoglienza quotidiana ai parrocchiani. Durante l’estate numerose nuove famiglie si sono stabilite nei diversi quartieri che costituiscono la nostra Comunitá cristiana. Molte di esse si stanno insediando nel recente quartiere “Ciudad Bicentenario”, una realtá di edifici popolari che poco a poco raggiungerá circa 1900 unitá abitative. Si calcola che nel giro di cinque anni verranno a viverci approssimativamente 10 mila persone! Una sfida che stiamo accompagnando con impegno e prospettive nuove, pensando ad un’eventuale nuova parrocchia… Intanto siamo ubicati in una specie di garage per la celebrazione della messa, la catechesi e tutto ció che riguarda l’accompagnamento della nuova comunitá nascente, peró la gente desidera (quasi pretende) la sua chiesa. La scorsa settimana sono stato con alcuni rappresentanti del quartiere ad un incontro con i dirigenti del Municipio di Quito per chiedere un terreno per l’edificazione della chiesa. Pare che siamo sulla buona strada: addirittura ci hanno promesso sia la donazione del terreno che della chiesa! Pregate con noi affinché si avveri questo sogno. Un’altra sfida che stiamo avviando nelle ultime settimane sono i gruppi biblici, che assomigliano ai centri di ascolto proposti dalla diocesi di Padova nel tempo di Avvento e di Quaresima. Abbiamo osato passare di casa in casa invitando la gente ma il risultato è stato pressoché nullo. Solo nell’emergente Ciudad Bicentenario siamo riusciti a partire con un gruppo di una quindicina di persone. Oltre all’amarezza provata, ci sono domande che ci provocano a rivedere proposte e strategie per raggiungere el pueblo de Dios che vive (e spesso si accomoda) nelle periferie. Stiamo tentando di mettere in atto i lineamenti della Chiesa Latinoamericana circa la nuova evangelizzazione…ma quanto è difficile!

Siamo ormai prossimi alle celebrazioni in memoria dei nostri cari defunti. Antiche tradizioni continuano anche in alcuni settori della cittá di Quito. La visita alla tomba dei loro cari non si riduce a un mazzo di fiori freschi e alla pulizia della lapide ma si prolunga per tutto il giorno e perfino sistemando, nei paraggi della tomba, il cibo preferito del loro caro defunto nella speranza di fargli cosa gradita… Inoltre è tradizione in questi giorni mangiare la colada morada (una bevanda a base di succo di mora bollito con frutta) con pan de guagua (un filoncino di pane ripieno di marmellata con alcune decorazioni).  Insomma, paese che vai, tradizione che trovi! E visto che non possiamo permetterci un caldo bicchiere di vin brulé e di castagne roste, accettiamo volentieri anche queste tipicitá ecuatoriane.

Un caro saluto a tutti voi che ci seguite con amicizia e simpatia.

 p. Saverio

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… UN ANNO STA FINENDO…

… e un anno se ne va… (variazione poetica per il titolo!)

Eh già, cari amici, sto per soffiare la mia prima candelina!

E un piccolo momento di verifica è doveroso. Non posso dire che non ci siano stati momenti duri (che continuano) o ripensamenti (che ho ricacciato indietro), difficoltà e fatiche… ma la gioia, la felicità di trovarmi qui annulla tutto quello che ho scritto prima!

La gente che mi ferma per strada per salutarmi e chiedermi dove vado (sono abbastanza curiosi da ste parti!) o Beatriz che mi chiede qualche minuto per fare due chiacchiere da amica, oppure la Maria che mi cerca durante la Messa per farmi il segno della pace, o il padre Pedro che ogni volta mi ringrazia per appoggiarlo e perchè mi interesso (per me è scontato, ma sembra che non sia così) della formazione dei nuovi animatori della Pastoral Juvenil della diocesi… sono piccole cose che continuano a convincermi che è questo il mio posto in questo momento della vita.

In quest’anno ho anche capito qual è veramente la motivazione della mia scelta di intraprendere questo viaggio… prima di venire qua, c’erano tante motivazioni… di sicuro valide dato che son qui… ma ad oggi non realmente “prese in coscienza” (non credo sia in italiano sta espressione… ma la considero una licenza poetica!).

Ora non sto qui a scrivervele, CURIOSI!, sono decisamente personali!

Il mio servizio per/con la Chiesa di San Jacinto è appena iniziato a pieno ritmo… e ormai ci sono dentro!

Ora il mio lavoro ha preso forma, ecco un piccolo elenco dei mie lavoretti, così rispondo a tutti quelli che mi chiedono “Criiii, ma cosa fai lí???”:

Parrocchia-La Porciuncula: gruppo Pastoral Juvenil (giovani adolescenti), gruppo Pastoral Mujer, coro VOX DEI,  gruppo Pastoral Social Caritas… più i vari lavoretti straordinari che ci sono sempre in una parrocchia!

Diocesi San Jacinto: formazione animatori Pastoral Juvenil Diocensana, nella Pastoral Social Caritas con le seguenti mansioni: commissione diocesana, organizzazione del Bar Solidario ogni 25 del mese, “tesorera” (quea che ga i schei!), formazione dei volontari delle varie Caritas parrocchiali della vicaria di Durán, organizzazione del Centro de Escucha diocesano e forse, questo è ancora in progetto organizzare, corsi di formazione Corte y Confección (sarta) in collaborazione con lo Stato.

Se ho tempo libero aiuto in alcune cosette nella parrocchia di San Francisco e de el Arbolito… o mi concedo un giorno di mare o una scappata a Quito da Luigina, Saverio e Giovanni!!

 Con la consapevolezza che la preghiera ci unisce, vi ho nel cuore, Cri.

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SGUARDI SULLA REALTA’

Camminando per le strade dei nostri quartieri mi sono resa conto di come stà cambiando la nostra zona.  Essendo la periferia di una grande città, la gente che viene ad abitarvi, spesso viene da molto lontano per cui non ha un appoggio familiare però è ingegnosa e piena di buona  volontà.

Moltissime strade, che due anni fa erano di terra, adesso sono pavimentate, con marciapiedi e in ordine.  Anche se ancora domina il grigio, molte case sono dipinte e rifinite bene.

Non è raro vedere donne che spingono carriole cariche di terra o mattoni per la costruzione della loro casa o su impalcature di canna di bambù che lavorano come gli uomini per tirare su i muri. I bambini più grandi aiutano a fare la malta mentre i più piccoli giocano con i cani li vicino.

Sono case costruite senza un progetto, si tira su una stanza alla volta quando ci sono i soldi, nel frattempo si arrangiano il meglio possibile. Si può dire che in ogni strada c’è un cantiere aperto. Qualche volta si incontrano costruzioni abbandonate perché sono finiti i soldi per proseguire. Però tutti quei ferri che si innalzano sbilenchi dalle case parlano di speranza. Speranza di poter costruire ancora, speranza di un futuro migliore, speranze a volte disattese ma che non muoiono e dimostrano la tenacia di questa gente.

Ho visto un anziano arare un campetto con l’aratro tirato da due muli e ho pensato”Che fortunato!”, i vicini girano la terra con la zappa, fazzoletti di terra dove piantano mais e patate per la famiglia.

E’ cominciata la stagione delle piogge. A volte leggera che quasi non la senti ma più spesso scrosciante, la pioggia porta con sé fiumi di terra e immondizie che si riversano sulle strade e otturano i tombini.   Però con le piogge quotidiane, la terra arida riprende a vivere e si tinge di verde, spuntano anche molti fiori dai vivi colori.    Anche in parrocchia riprende la vita di comunità con la riapertura delle attività, asilo, C.A.E., catechesi ecc.

Il lavoro non manca e, anche se a volte i risultati sono scarsi, si va sempre avanti fiduciosi.

Un caro saluto a tutti e un abbraccio,

Luigina 

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16 BANCHI

gita in barca con i catechisti scoprendo l’Amazzonia

Qualche settimana fa, conversando si commentava di come fosse “poco generosa” la generosità della nostra gente. Tanti, la maggioranza, degli aiuti che ci permettono di far vivere i molteplici progetti della nostra parrocchia, sono frutto delle buone persone e della carità padovana. Possibile che nessuna organizzazione ecuadoriana voglia sganciare un centesimo per la sua gente?

Arriva Jorge, alla fine della Messa delle 18h00. Un signore distinto che spesso viene a Messa da noi dopo aver visitato la mamma anziana. “Padrecito, di cosa avete bisogno qui in parrocchia?Vi farebbero comodo dei banchi nuovi?” neanche il tempo di pensarci su: “Bene, domani vengo a prendere le misure… anzi me ne prestate uno… e faccio io”. Manda gli operai a prendere un banco, ed oggi è ritornato con 16 banchi nuovi, belli. Noi due stupiti, la gente alla fine della Messa applaudendo per ringraziare. “Jorge, perché?” gli chiedo. “È per ringraziarvi dello splendido lavoro che state facendo qui… e anche perché sono stanco di dovermi sedere sulle panchine dei bambini perché non trovo posto”.

missionari e missionarie visitando la cittá di Cuenca, la terza piú grande dell’Ecuador

…con il sombrero, cosiddetto di Panama, in realtá ha avuto origine proprio qua!

Il mese di settembre, dopo il tempo passato in Italia, è servito per mettere e mettermi in ordine. Ricordare dove trovare i vari documenti, ricordare che qui le auto non danno la precedenza ai pedoni, purificare lo spagnolo dopo il connubio estivo con il dialetto veneto, immergermi ancora una volta nella pastorale meravigliosa dell’essere sacerdote a “Maria Estrella de la Evangelización”. Può sembrare strano, ma prima o dopo ci si stanca anche di fare vacanza. E così, come una bella locomotiva, è partito anche il nuovo anno pastorale 2014-2015. La diocesi di Quito ha tante idee e progetti ma poca organizzazione. Commissioni su commissioni che parlano molto ma non riescono a concretizzare. In parrocchia quest’anno cammineremo cercando di dare uno sguardo speciale e privilegiato alle famiglie e ai giovani. “Las familias construyen la parroquia”, questo è lo slogan che il Consiglio Pastorale ha scelto. Tutti i gruppi, dal catechismo a Caritas, hanno sottolineato la necessità di fare qualcosa per le famiglie. Ci avvicineremo ai genitori dei bambini delle catechesi (più di 700), ci avvicineremo alle famiglie dei due asili (più di 120), ci avvicineremo alle famiglie del CAE (60 più o meno). Cercheremo di aprire una porta in più per le tantissime famiglie che formano la nostra comunità. C’è necessità di sentirsi ascoltati, a volte accompagnati, consigliati, aspettati e cercati. Il cantiere si è appena aperto. Domani partecipo ad un incontro tra le varie parrocchie della nostra zona. Quelle più vicine al centro offrono un mucchio di possibilità per l’accompagnamento delle famiglie: avvocati, ginecologi, psicologi… noi per adesso la buona volontà e la voglia di intraprendere una strada necessaria e desiderosa di essere battuta. 

Hasta pronto,

padre Giovanni

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SETTEMBRE: SI RIPARTE!

Carissimi, a settembre tutto ricomincia prima però facciamo un po’ di resoconto dei mesi passati. Luglio e agosto sono stati caratterizzati dall’assenza di don Giovanni in Italia per le sue vacanze compensata però dal passaggio per la nostra casa da molti visitatori.

Gli amici di don Saverio che hanno rifornito il nostro frigo di prodotti italiani e hanno lavorato per la sistemazione e pulizia attorno alla casa , installato giostre per i bambini e condiviso un po’ del nostro vivere.  Il signor Mirko che fa la spola tra Quito e Duran per sistemare impianti elettrici, allarmi e tutto quello che si rompe. Infine il gruppo di giovani di “viaggiare per condividere” di Padova. Persone diverse per età e formazione ma tutte unite dal desiderio di una esperienza missionaria.  Da noi si sono fermati solo pochi giorni, ci sono stati momenti di preghiera, condivisione e allegria. Un momento importante è stato l’incontro con le signore di Caritas per preparare la vendita straordinaria di vestiario usato che si fa ogni due mesi e poi vedere quanta gente viene per comperare, penso che i giorni trascorsi in Ecuador resteranno nel loro cuore a motivarli per un impegno più attivo per la missione.

 

Finalmente ha cominciato a piovere, poco a dir il vero, però quanto basta perchè nei prati gialli di erba secca si veda qualche filo verde e gli alberi si rivestano di foglie nuove.   E’ tornato don Giovanni e anche la vita parrocchiale riprende il suo ritmo.  E’ ripresa la scuola che qui, per il gran numero di bambini, si fa in due turni uno al mattino e uno al pomeriggio e il nostro CAE ne ha un po’ risentito perchè alcuni bambini che lo frequentavano adesso vanno a scuola nel pomeriggio così non possono venire. Io sono con un nuovo gruppo e una nuova insegnante, giovane e brava. I bambini sempre ti corrono in contro desiderosi di abbracci e coccole, sono scatenati nel gioco ma al momento di fare i compiti girano alla larga e dobbiamo imporci.   Nelle prossime settimane avranno inizio anche tutte le altre attività, speriamo bene……..

Vi abbraccio tutti e ciascuno con affetto

Luigina

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SGUARDI

Durante il mio tempo in Italia sono stato accompagnato per qualche settimana da Kathy (la segretaria della parrocchia) e da Viviana (la coordinatrice dell’asilo parrocchiale). Vi traduco quello che mi hanno scritto.

Giustamente quando uno pensa di essere arrivato, si rende conto di avere appena iniziato. L’Italia all’inizio era solo un’idea che mi passava per la testa e mi soffermavo a pensarci su: “Mi piacerebbe tanto conoscere l’Italia… sarà impossibile”. Mi sono resa conto che i sogni si realizzano e che Dio ha messo nel mio cammino vari angeli e grazie a loro ho potuto realizzare uno dei miei tanti sogni.

La mia avventura è iniziata salendo nell’aereo. La mia mente era piena di aspettative, il mio cuore batteva forte per l’emozione. Nonostante io non mostri in modo tanto evidente le mie emozioni mi sentivo molto felice e pensavo: “Sì, ci sono riuscita!”.

Mi sento fortunata di conoscere i sacerdoti italiani che mi hanno aperto alcune porte, a p. Giovanni per essere uno dei miei angeli che mi ha aiutato perché potessi realizzare il viaggio, alla sua famiglia che mi ha accolto come se ne avessi sempre fatto parte. A tutti i miei amici e conoscenti, al mio precedente datore di lavoro che vivono in Italia e mi hanno fatto sentire tanto bene che ho gustato al massimo ogni istante e mi sento tanto riconoscente con ciascuno di loro.

Conoscere l’Italia è stato grandioso. Per me è stato come conoscere un altro mondo, un altro ambiente. Ci sono state cose buone e cose meno buone. Di tutto un po’ come in ogni paese. Io però mi sono sentita “super bene”, senza alcun dubbio “super bene”. Mi sono anche ammalata a causa di tutte le cose differenti dall’Ecuador (il clima, il cibo…) però sono felice per tutte le esperienze vissute nel vostro bel paese.

Il cibo diverso, i gelati super buoni (ho mangiato gelato anche l’ultimo giorno di permanenza e senza dubbio fu in buona compagnia). La pizza buonissima tanto che io stessa mi sono sorpresa di riuscire a mangiarla tutta perchè era tanto grande… ma anche tanto buona. In generale tutti i cibi mi sono piaciuti, meno le melanzane (non è tanto comune in Ecuador questa verdura). I dolci della mamma di P. Giovanni: buonissimi tanto che anche io ho imparato a farli… però non mi sono ancora messa d’impegno, presto lo farò.

Queste vacanze per me sono state indimenticabili. Conoscere tanti paesi, città, luoghi, chiese. Ricevere tante informazioni, i nomi dei luoghi, la storia. È stato meraviglioso tanto che nella mia testa tutto è rimasto registrato come un ricordo vivo. L’Italia è bellissima.

Con la lingua è stato facile perché sempre c’era qualcuno che traduceva però a volte era un po’ complicato capire nonostante ci fossero parole e frasi delle quali intuivo il significato. Lo stesso mi è piaciuto molto.

Un mese da matti, ho vissuto molte esperienze, ho mangiato tanto, ho conosciuto molto… tanto che non sono ancora tornata con i piedi per terra.

Grazie a tutti, per me è stato super bello. Ogni giorno ha avuto il suo incanto. Sono molto riconoscente. Questo viaggio ha aperto la mia mente, le mie aspettative, i miei sogni. Sono fortunata a conoscervi.

Le parole sono insufficienti per esprimere quello che sento però posso riassumere che il mio viaggio in Italia è stato super bello, geniale.

Con cariño,

Kathy Camino

Viviana e Kathy

Mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulle impressioni che ebbi durante la mia visita in Italia e veramente credo che dovrei scrivere un libro perché quando due mondi si uniscono è difficile descrive la meraviglia che ti regala la città, la gente, le abitudini, la lingua, tutto. I giorni sono stati pochi per stupirmi con ogni scultura, chiesa, museo, città che ho visitato. È infinita la felicità quando chiudi gli occhi e rivivi quello che hai conosciuto e vissuto. Allo stesso modo mi sento ogni volta che chiudo gli occhi e ricordo ogni luogo. Ogni paese tiene la sua magia, ogni luogo ha il suo splendore però conoscere gli inizi della storia fa sì che questa magia rinvigorisca la vocazione di amare quello che siamo. Le persone trovano sempre un modo per comunicare e per questo la lingua non è stato un ostacolo dato che i gesti parlano più di mille parole.

Il viaggio in Italia è stato un’opportunità che non voglio dire unica perché sarebbe come dire che non ritornerò e tengo accesa nel cuore una fonte di speranza di ritornare e conoscere molti più posti che non ho potuto visitare per mancanza di tempo. Dato che in Italia la sua gente possiede l’incanto che da la bellezza della cultura, dei suoi inizi e del suo cammino.

Grazie a ciascuna delle persone che mi hanno ricevuto con le braccia aperte, a quelle che senza conoscermi mi hanno dato il meglio del meglio. Adesso dalla mia casa, dal mio paese, dalle braccia dei miei figli, vi invio un abbraccio enorme e un ringraziamento profondo con l’invito, se un giorno deciderete, di conoscere l’Ecuador e visitarlo. Le porte della mia casa sono aperte per voi dato che, come in Italia anche noi abbiamo la nostra storia che vale la pena conoscere.

 Un millon de abrazos,

Viviana Chillagano

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LA RIPRESA DOPO LE VACANZE

E’ da un po’ che non scrivo ma, ultimamente sono stata presa da mille cose e sopratutto dalla poca attitudine a scrivere, pazienza.
Il mio rientro in Italia per una breve vacanza è letteralmente volato.
Celebrare la Pasqua nella mia comunità e incontrare tante persone amiche
ha rafforzato il mio impegno missionario.
La celebrazione della 1° Comunione di mio nipote Mattia mi ha dato la possibilità di instaurare un collegamento con i miei bambini di catechismo che si stanno preparando a questo sacramento.   Felicissimi hanno subito fatto dei bei disegni con un semplice pensiero da inviare ai bambini in Italia.
Ieri, festa di Pentecoste, in parrocchia c’è stata la Cresima di 110 ragazzi
celebrata in due distinte messe.
Tantissima gente, tanta confusione e in piazza sembrava una sagra, bancarelle che vendevano cibo e altro in ogni angolo.
Oggi, con i bambini del CAE, finiti i compiti, siamo scesi in piazza per giocare,
i ragazzi con il pallone e le bambine sul prato sottostante hanno iniziato  a
raccogliere alcuni piattini di plastica, residui della festa, sparsi in giro.
Alcune li usavano come frisbi, altre li mettevano bene in fila e dopo aver posto ai lati due pezzi di legno improvvisavano una bancarella e vendevano da mangiare.
Erano piatti sporchi di residui di cibo ma non importava, importante era giocare.
Raccoglievano manciate di terra e la sistemavano per bene sul piatto con un
ciuffo d’erba oppure mettevano alcuni sassolini e dei legnetti sempre con un po’ d’erba a seconda dell’ordinazione che alte bambine facevano e queste, tutte serie col loro piatto in mano facevano finta di mangiare chiacchierando sedute per terra.    Ho subito pensato alla mia infanzia quando io facevo lo stesso usando però come piatto le grandi foglie di tarassaco che trovavo sulle rive del canale che passava davanti a casa mia.
Giocare con niente, sporcarsi usando ciò che la natura offre, condividere la fantasia e la gioia dello stare insieme sono esperienze che i nostri ragazzi
molte volte hanno perso imprigionati nell’ordine e nella pulizia, nelle molte attività e nei videogiochi.
Sarebbe bello vedere ancora gruppi di bambini giocare tutti assieme liberi di esprimere nel gioco condiviso la loro gioia di vivere.
Con il sorriso di questi bambini e con la loro voglia di vivere sereni vi abbraccio tutti

Luigina

 

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Come corre il tempo?! Siamo giá nella seconda metá di luglio e qualcuno impaziente (giustamente!) mi sta reclamando notizie dalla missione.

Da Pasqua fino ad oggi è stato un tempo intenso di attivitá pastorali.

Questa volta desidero condividere l’aiuto che abbiamo dato a Gabriele, un signore di 79 anni che con il fratello disabile di 83 (sordo, muto, cieco e quasi paralizzato alle gambe) vive in una costruzione molto umile…tanto umile da non avere il necessario per ripararsi dal freddo della notte o per prepararsi un piatto caldo. Cosí abbiamo deciso di fare un importante intervento di sistemazione di quell’abitazione di 24 mq, a partire dall’impianto elettrico, molto simile ad una ragnatela che ad ogni metro aveva ‘na zonta (un’aggiunta) e tutte belle bruciacchiate dall’ eccessivo carico elettrico per l’utilizzo della resistenza del ferro da stiro per prepararsi un pentolino di brodo. Tempo fa gli avevamo prestato la bambola del gas ma gliel’hanno rubata in casa facendo un buco sulla parete. Devo precisare che qua i blocchi di cemento sono talmente fragili che con un pugno si sgretolano…

Dall’impianto elettrico siamo passati alla posa di pannelli di compensato per creare un isolamento dalle lamiere del tetto e dal muro di blocchi, ovviamente senza intonaci… Cinque giorni di lavoro intenso complicati dalle cianfrusaglie raccolte tutte in casa per paura che lasciandole fuori gliele rubino. Dentro o fuori… tanto è lo stesso! Perfino abbiamo dovuto smantellare i letti costruiti con 4 pali,  tavole di traverso e un foglio di gommapiuma. Era doveroso coinvolgere la Comunitá, durante le Messe domenicali, circa la situazione di Gabriel. E cosí sono arrivati, letti, materassi, metri di cavo elettrico… Finalmente si poteva riordinare l’abitazione. Luigina con alcune volontarie della parrocchia armate di scope, secchi e pezzuole hanno potuto riordinare l’abitazione rendendola degna e decorosa!

Ora Gabriel con profonda gratitudine dice stare bene, non smette di ringraziare venendo ogni domenica a stringerci la mano, augurandoci una buona settimana. Che bello poter aiutare realtá difficili con il sostegno della Comunitá! Che ventata di vita bella e genuina condividere il tempo e il lavoro con chi non si vergogna di essere vecchio e povero…

Anche qui è arrivata l’estate! Giornate con il cielo terso, un sole fortissimo e tanto vento che solleva la terra fino a trasformare l’aria fina in una cappa color giallognolo.  Quindi bisogna avere massima attenzione per gli occhi, la pelle e …la testa per chi ormai come me è senza capelli.

…quello che si vede da casa nostra

Con alcuni adolescenti della parrocchia stiamo organizzando il Campamento Vacacional, ossia il Grest. Stiamo prevedendo l’accoglienza di circa 300 bambini, dai 5 ai 14 anni. Il personaggio che ci accompagnerá in questa avventura è il famoso El Chavo, di una storica serie televisiva trasmessa in America Latina: Y sazz… Un verano en vecindad.

In agosto saranno ospiti presso la nostra missione 3 amici di Montagnana e successivamente altri 6 giovani del progetto “Viaggiare per condividere” promosso dall’Ufficio Missionario di Padova.  Che tutti siano i benvenuti!

I bambini del CAE incantati dal John Deere…anni ’60!

Vi auguro di trascorrere belle e riposanti vacanze, ovunque siate. Se non sapete come farvela passare e soprattutto per mantenerci in contatto vi invito a dare un’occhiata ai video di cui trovate i links qui sotto:

 la recente visita in Ecuador del Direttore don Gaetano

i giovani della parrocchia nella notte di Pasqua

il progetto CAE

Un caro abbraccio.

 padre Saverio

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FATTI I 30 FACCIAMO I 31

…e così sono arrivati anche i 31… pure i 30 li ho fatti in Ecuador durante il mio viaggio di “perlustrazione”!

Festa a sorpresa!!!! Già mi hanno organizzato una festa a sorpresa (io l’avevo intuito… diciamo che l’esperienza nell’organizzare feste mi hanno dato una sotto specie di fiuto!!!) ma la cosa che più mi ha sorpreso è stato vedere le persone che son venute per me. Mentre ero lì pensavo “come se ciamea sta qua” e “de sicuro ‘o go visto in cesa…” e alla fine arriva il nome che salva “Hermana o Hermano” qui tutti si chiamano Sorella o Fratello!!! All’inizio non mi piaceva per il fatto di non ricordare il nome di una persona… poi ho capito che imparare tutti i nomi della parrocchia diventa sempre più difficile e così pure io ho iniziato a chiamarli con hermana o hermano!!!

E poi i regali, un sacco di regali quasi da farmi sentire in imbarazzo… e ringrazio il cielo che i regali erano bellissimi… qui hanno dei gusti decisamente… decisamente…ehm… DIVERSI!

Magliette, borse, profumo, cioccolatini, una sciarpa di alpaca… già una sciarpa… mi hanno detto che in agosto farà tanto freddo da usare pure una sciarpa di alpaca…bohhh… ok che inizia a fare un po’ più freschino ma non credo che arriverò a mettermi un maglione di lana…ad agosto poi!!!! Ogni gruppo della parrocchia mi ha fatto un regalo, i catechisti, gruppo Caritas, la comunità di base, il mio coretto e pure i miei compagni in casa!!!

È stato un piccolo momento di festa con un’intervista imbarazzante da parte di Mauro… ma c’era da aspettarselo conoscendolo… ma la cosa bella è che tutti si mettevano a ridere per il duo quasi comico che si è formato!!

Ringrazio anche tutte le persone che mi hanno inviato un messaggio, chiamata per Skype o al telefono alle 6.15 del mattino pensando che fossero le 8.15… (io non faccio nomi ma inizierei ad avere delle preoccupazioni su alcune persone che lavorano in centro missionario!!! Vero Claudia e Sandra?????). Grazie veramente di cuore a tutti e nessuno escluso!!

Con la consapevolezza che la preghiera ci unisce, vi ho nel cuore,

cri

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ALVARO

Alvaro

“Bien, gracias a Dios”. Tutte le volte che chiedo ad Alvaro come sta mi risponde allo stesso modo. Viene dalla Colombia, è un rifugiato. È scappato anni fa. Alvaro a Pascua ha ricevuto la Cresima e la Prima Comunione. Ha più di 40 anni. Si è iscritto grazie al suo datore di lavoro, che, alla fine, è anche la sua famiglia qui in Ecuador. Da quando ha iniziato il catechismo Alvaro è sempre stato il più puntuale, con la Bibbia sotto braccio, sempre nel primo banco della Chiesa alla Messa delle 18h00. Sempre sorridente. La notte di Pascua alla fine della Messa, dopo aver ricevuto Comunione e Cresima, si avvicina per dire: “Grazie per avermi dato il più bel regalo. Sono felice. Non sa quanto”. Quando gli avevo chiesto che mi serviva il suo certificato di Battesimo per la Cresima mi aveva risposto che per lui andare in Colombia a cercarlo significava non tornare più. Storie difficili, storie che preferiscono restare chiuse nel segreto del cuore e dei ricordi, storie di dolore, di paura. Alvaro è buono, la sua disponibilità è immensa. Guarda, sorride, e si da da fare. Da qualche settimana viene nel tardo pomeriggio della domenica, mette a posto i banchi della chiesa, raccoglie anche il più piccolo pezzettino di carta. È magrolino e piccoletto. “Tutti mi chiedono come sto e sempre rispondo allo stesso modo: Bien, gracias a Dios”. “E perchè Alvaro rispondi così?”. “Perchè senza di Lui non sarei niente, non farei niente di buono”. “E che fai di buono?”. “Lavoro bene, faccio la spesa la domenica per il mio datore di lavoro, faccio la guardia alla bottega, vengo a metter in ordine i banchi della Chiesa”. Guardare Alvaro negli occhi è come aprire una finestra di bontà e di semplicità. Ieri è arrivato alla canonica poco dopo le 17h00. “Scusi padre se sono arrivato tardi, ho dovuto fare una commissione per il mio padrino”. “Alvaro, a me e al Saverio piacerebbe che tu ci aiutassi a preparare la Chiesa la domenica. Spesso arriviamo solo pochi minuti prima della Messa e ci tocca fare tutto di corsa”. Si accendono i suoi occhietti buoni: “Padre, devo organizzarmi perchè la domenica mattina il padrino mi manda a comprare le uova al mercato di Calderòn. E devo andare presto se no terminano. Però gli chiederò se posso andare in un altro momento. Mi piace aiutare in Chiesa, mi piace mettere in ordine”. E via, raccoglie un piccola borsetta e inizia a girare tra i banchi raccogliendo le cartine, i fazzoletti, le bottigliette di plastica lasciate dai parenti dei ragazzi della Cresima la mattina. Alvaro fa inumidire gli occhi, fa rigraziare il cielo, fa vedere le cose e la realtà con una luce buona. È bello terminare la domenica celebrando la Messa con Alvaro nel primo banco.

Approfitto pre ringraziare tutti i benefattori, adulti e bambini, che in Quaresima hanno raccolto il loro contributo inviandolo per aiutare l’Asilo e il CAE della Parrocchia. In modo particolare ringrazio le parrocchie e i compaesani della UP di Due Carrare.

 Luglio e agosto, dopo due anni e mezzo di Ecuador, sarò in Italia per le vacanze. Ci sarà modo di incontrarci.

Hasta pronto

P. Giovanni

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